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Inghilterra, Francia e Spagna dissero dei piemontesi

di Gigi Di Fiore

Fonte:Controstoria dell'unità d'Italia, pagg. 244-245

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e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazione

      Le vicende italiane non lasciarono indifferente il resto d'Europa. In Francia, Inghilterra e Spagna i parlamentari discussero sulle repressioni attuate nell'ex Regno delle Due Sicilie.

      A Londra il deputato scozzese McGuire disse in modo chiaro:
«Non vi può essere storia più iniqua di quella dei piemontesi nell'occupazione dell'Italia meridionale. [...] In luogo di pace, di prosperità, di contento generale che si erano promessi e proclamati come conseguenza certa dell'unità italiana, non si ha altro di effettivo che la stampa imbavagliata, le prigioni ripiene, le nazionalità schiacciate ed una sognata unione che in realtà è uno scherno, una burla, un'impostura».

 

 

      In Francia, invece, il generale Gemeau si diede a paragonare i briganti ai patrioti polacchi:
«Tra le osservazioni fatte sui disordini nel Reame di Napoli, si accenna alla differenza che fanno oggi i rivoluzionari fra polacchi e napoletani, chiamando questi briganti, mentre sono vittime delle più feroci persecuzioni, e quelli insorti. Ma è pur vero che gli uni e gli altri difendono il loro paese, la loro nazionalità, la loro religione al prezzo dei più duri sacrifici».

 

 

 

      Anche in Spagna qualcuno criticò la politica di repressione in atto nel Sud Italia. Il deputato Nocedal pronunciò una sintesi di quanto molti pensavano:
«L'Italia, dove per sostenere quanto gli usurpatori hanno denominato liberalismo, si stanno sbarbicando dalla radice tutti i diritti, manomettendo quanto vi ha di santo e di sacro sulla terra. Italia, dove sono devastati i campi, incenerite le città, fucilati a centinaia i difensori della loro indipendenza».

 

 

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